Il Piano Transizione 5.0, previsto dal decreto PNRR e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 2 marzo 2024, è una misura che prevede incentivi per l’efficienza energetica, per l’autoconsumo e per la formazione a beneficio di quelle imprese che decidono di investire nella transizione green e digitale.
Ma come funziona?
In questi mesi sono state molte le informative e gli aggiornamenti per chiarire gli interventi ammissibili, le percentuali di credito d’imposta, i soggetti coinvolti… è ora di fare il punto e riassumere tutte le informazioni utili!
- Le imprese dovranno presentare al Gestore dei Servizi Energetici s.p.a (GSE) la certificazione ex ante, che attesta la riduzione dei consumi energetici conseguibili tramite gli investimenti nei beni (Audit o Diagnosi energetica), nonché la comunicazione ex ante del progetto di investimento che si intende effettuare, compresa la sua descrizione e il costo previsto. La riduzione dei consumi, riproporzionata su base annuale, è calcolata con riferimento ai consumi energetici registrati nell’esercizio precedente a quello di avvio degli investimenti. Se, ad esempio, l’investimento verrà fatto nel 2024, la riduzione dei consumi prevista dal bene che acquisterò verrà calcolata in riferimento ai consumi del 2023.
- Il GSE verifica la completezza della documentazione e trasmette al Ministero delle Imprese e del Made in Italy sia l’elenco delle imprese che hanno validamente chiesto di fruire dell’agevolazione sia l’importo del credito che, se ci sono risorse disponibili, risulta a questo punto “prenotato”. Attenzione: le risorse sono limitate, per cui fare domanda per tempo può essere decisivo.
- Le aziende fruitrici dovranno inviare al GSE comunicazioni periodiche relative all’avanzamento dell’investimento ammesso all’agevolazione. In base a tali comunicazioni verrà aggiornato e determinato l’importo del credito d’imposta utilizzabile, nel limite massimo di quello prenotato. Saranno quindi ammesse variazioni in diminuzione, ad esempio a causa di minori investimenti o minor risparmio conseguito, ma non in aumento. Perché? Il motivo della manovra è di liberare nel minor tempo possibile risorse prenotate ma, di fatto, non utilizzabili.
- Al termine dell’investimento l’impresa si rivolge nuovamente al GSE inviando una comunicazione di completamento dell’
investimento corredata dalla certificazione ex post. In questa fase, quindi, si dovrà realizzare un’ulteriore diagnosi energetica.
- A questo punto il GSE trasmette all’Agenzia delle Entrate l’elenco delle imprese beneficiarie e l’ammontare definitivo del credito d’imposta utilizzabile in compensazione. L’azienda non riceve un credito a fondo perduto (non vengono consegnati assegni a rimborso) ma le spese verranno tutte recuperate sulla detrazione fiscale.
- Infine, occorre attendere cinque giorni dalla trasmissione, da parte di GSE all’Agenzia delle Entrate, dei dati definitivi e presentare entro la data del 31 dicembre 2025 il modello F24 per beneficiare del credito. Se l’impresa non dovesse avere la capienza per fruire dell’intero credito, potrà utilizzare nei 5 anni successivi l’ammontare non ancora utilizzato, diviso in cinque quote di pari importo (una all’anno).
- 35% del costo, per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro
- 15% del costo, per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro fino a 10 milioni di euro
- 5% del costo, per la quota di investimenti oltre i 10 milioni di euro e fino al limite massimo di costi ammissibili, pari a 50 milioni di euro per anno per impresa beneficiaria.
Per gli investimenti effettuati mediante contratti di locazione finanziaria, si assume il costo sostenuto dal locatore per l’acquisto dei beni.